Questa serie di scatti dedicati alla Cina del 1985, ci presenta un tassello dell'ultratrentennale rapporto di Stefano Nicolini con la fotografia, vissuto in una sorta di isolamento artistico che ne ha alimentato le caratteristiche di intimità e indipendenza creativa. L’autore utilizza il “blurred”, i soggetti ritratti in mosso , per la sua investigazione nella dimensione temporale delle immagini e quindi della realtà. Variandone la velocità di percezione, ne plasma una nuova poetica. L’incertezza dei contorni, la visuale ondivaga, non annichiliscono la capacità di penetrazione dello sguardo, che anzi arricchiscono del giocoso incanto del dubbio, lasciando l’osservatore in una sala degli specchi senza alcun riferimento preciso, libero di dialogare con il tratteggio carismatico di ognuno dei soggetti ritratti.